27 giugno 2006

Torna a casa Dilbert

Sono in ufficio e non ho un granché da fare.
Ovvero, l'unico progetto aperto langue noioso e nessuno pare interessarsene.
Figuriamoci quanto posso essere interessato io a velocizzarne la chiusura che in questo momento sono pagato a tempo.

Passo a rassegna i miei link preferiti ed è il turno di Dilbert.
Rido e faccio leggere la striscia al mio vicino di scrivania.
Era da perecchio che mi ronzava per la testa l'idea che Nematode aveva realizzato.
Lui, suppongo in perl. Io ora mi diverto con Python.

Vinco la pigrizia e dopo dieci minuti (10) sono già pronto a mostrare al mio collega il mio risultato.
Dieci minuti per ottenere la mia dose di soddisfazione quotidiana e la striscia quotidiana di Dilbert direttamente nel mio hard disk.











PATH="/home/marco/Documents/Personali/Dilbert/dilbert%s"
URL="http://www.dilbert.com/comics/dilbert/archive/dilbert-%s.html"

import urllib
import time

data_oggi=time.strftime('%Y%m%d')

url=URL % data_oggi

f = urllib.urlopen(url)
data = f.read()
f.close()

inizio=data.find("/comics/dilbert/archive/images/dilbert")
fine=data.find(".jpg",inizio)
ext=".jpg"
if fine==-1:
fine=data.find(".gif",inizio)
ext=".gif"

if fine>0:
url=data[inizio: fine+4]
url="http://www.dilbert.com"+url

f = urllib.urlopen(url)
data = f.read()
f.close()

strip=PATH % data_oggi
strip=strip + ext

img=open(strip, "w")
img.write(data)
img.close()




23 giugno 2006

Summer blues

Un blues in minore.
Atipico. non si capisce bene dov'è la tonale. E' facile trovare vie di fuga in improvvisazione.
Me lo immagino col fiato di John Coltrane, la chitarra di Gary Moore e la batteria di Jerry Marotta, che sa bene come farti rimanere con i piedi per terra. Ma Jimmy, per favore la grancassa non la voglio dritta. La voglio secca e in controtempo, senza i piatti che agli orpelli ci pensa John.
La parte del basso la suona uno sconosciuto col contrabbasso, perchè per fare il giro ostinato che ho in mente non serve Tony Levin, anche perchè c'è il rischio che si metta a cantare.

Vai con l'attacco Jerry che poi Gary inizia il blues. La melodia la tira fuori u.n.o. Felice.

La, Re, La, Mi, Mib, Re, La

Tu John invece sei libero. Portami altrove, insegna alla mia anima l'amore supremo. Libero.


... tre e quattro. Uno ...



Passo il mio tempo sulla corsia di sorpasso del raccordo anulare.
E sono solo a vedere il mondo dalla radio e attraverso il finestrino,
che sputa dentro aria calda e sporca. Asfissiante.
Ma non attacco l'aria condizionata che mi da un senso di claustrofobia.

Il mondo è grigio e tutto uguale.


La, Re, La, Mi, Mib, Re, La

La mia isola d'acciaio scivola noiosamente sull'asfalto.
Il lungo rettilineo è in discesa, ma non posso lanciarmi.
C'è sempre qualcuno, solido e impenetrabile che mi frena.
I tempi sono sempre gli stessi, come in questo blues --
duuu, duuu, iiiiihhh!

John Coltrane mi capisce al volo e inizia a graffiarmi le orecchie.

Lui  è libero, io devo mettere la freccia e uscire.

Cambio di ritmo, ma è solo per poche battute.
Si apre il cancello e sono nella gabbia dell'ufficio.


La, Re, La, Mi, Mib, Re, La


Qui dentro il mondo si fa in apparenza più vasto.
La rete coi suoi percorsi mi suggerisce un senso di libertà.
Ma è troppo vasta e io mi sento legato.


La, Re, La, Mi, Mib, Re, La


Sono muto, le persone ci sono ma parlano senza dir nulla.
Non riesco mai a sintonizzarmi col nulla.
Mi sento solo. Sempre più solo.
Apro il finestrino, la macchinetta del caffé.

La, Re, La, Mi, Mib, Re, La

Il mio grido monta dentro, la mia rabbia si fa blues.

Gary Moore si lancia. La passione si sente.
I pugni ce le mette Marotta.
Il basso non si ferma mai.

TUM - tu-da TUM ... tu da TUM.


NON MI AVRETE MAI!
Il mio grido nel vedere chi mi circonda,
come Ulisse attratto dal canto della sirena.
La sirena della sicurezza di avere un posto.
Loro sanno qual è il loro posto.
Loro sanno qual è il loro lavoro.

Ma combatto la repulsione nel vedere quelle ignobili catene.



What do you get for pretending the danger's not real.
Meek and obedient you follow the leader
Down well trodden corridors into the valley of steel.




"Sì signore!" è il loro motto.
Abbassano lo sguardo e non fanno domande.
La soddisfazione non è nel far bene le cose, ma nell'accondiscendenza.

Io non lotto. Me ne sto nella mia isola,
affacciato alla rete a cercare conforto e canto il mio blues.

La, Re, La, Mi, Mib, Re, La


Ed è di nuovo strada grigia.
Il sole basso mi da fastidio agli occhi
ma mi ricorda che la bellezza è di questo mondo
ed è lenta, libera e incontrollabile.
Non puoi dire al sole come girare.
Se vuoi ti copri gli occhi.

E ritorno a casa, per un altro giro di blues.

Ohhh... yeah!

21 giugno 2006

La Fata del Gelato

la fata morgana
E' lei, la Fata Morgana.

E fa il gelato come pochi lo sanno fare. Il gelato quello buono, che fa bene.
Un'esperienza per il palato.
Per me scegliere i gusti del gelato vuol dire scegliere un gusto da accostare al cioccolato.
Beh, in questa gelateria le prospettive cambiano trovandosi di fronte a cinque tipi di cioccolato.
Quello che ho scelto era speziato con un te' dal sapore affumicato. Subito mi ha fatto venir voglia di Lagavulin.
Qui è il trionfo delle spezie: cardamomo, zenzero e pimento. La perfezione non è mai stata così gustosa.

Il gelato di San Crispino che se la tira su quelle coppette così snob (il cono?!?!? GIAMMAI!!!) ha tovato un sostituto: il sorriso dolce della Fata Morgana che le cialde del cono te le cuoce sotto il naso.

Grazie nematode e alla tua splendida metà.


13 giugno 2006

La febbre del calcio

Quando gioca l'Italia, l'Italia si incolla alla televisione.
Molto più incollata del solito.

Le partite dell'Italia, soprattutto quelle dei mondiali, sono come il Presepe. Non vieni considerato italiano se non ti fermi ad ammirare il presepe.

E come il presepe, la partita dell'Italia ha i suoi riti.
Mi ricordo che nell'82, le formazioni erano due: quella che giocava in Spagna e quella della disposizione della nostra famiglia sul divano e sulle varie sedie: dopo la prima partita vinta, non doveva essere modificata. La superstizione era una scienza.

Ieri sera ad essere doppia era la partita: quella contro il Ghana e l'altra contro l'innocente irruenza dei due pargoletti di casa che, non interessati alla partita, cercavano di scoprire il mondo. Ma si sa che quando si ha meno di due anni la scoperta del mondo può essere pericolosa.
Ma per due giovani coppie in piena attività agonistica-genitoriale è un'impresa facile quella di mangiare su piatti di carta seduti su un divano saltando di scatto per recuperare la propria figlia che apre la stanza che non deve aprire o che vuole mangiare l'insalata di riso del tuo piatto senza impallare troppo la televisione e seguendo la storia dell'incontro calcistico.

Il primo gol lo segna mia moglie: "da che parte dobbiamo segnare?"
Io mi faccio sorprendere e nell'esultare scopro che dietro la mia testa c'era muretto sporgente.
Mi dico che la capocciata è la punizione che mi spetta, mentre mia figlia, finita dentro un baulle, inizia a tirare giocattoli giù dalle scale.

Della combriccola soltanto Leo è un esperto di calcio. Per me "Iaquinta" potrebbe essere una misura di reggiseno e "Pirlo" un insulto. Nomi sgrammaticati che si adattano bene ad un dislessico come me.
E' a Leo quindi che bisogna chiedere "per chi gioca Grosso?".

E' una passione strana quella degli italiano per il calcio.
Davanti al presepe nessuno chiede al vicino "chi è quella vicino al bambinello?".

09 giugno 2006

La terza narice

Leggendo i giornali e sentendo quello che dice la gente che mi circonda mi viene in mente una citazione di Giovannino Guareschi: "i comunisti hanno la terza narice per scaricare il cervello e riempire la testa di propaganda di partito".

Evidentemente il tratto genetico è dominante e s'è diffuso nella popolazione.

Grazie Ettore

08 giugno 2006

La Meringa

Mia moglie è strabordante di personalità. Non può passare inosservata. E' inevitabilmente la protagonista. Vede dettagli e sfumature che solo una persona della sua cultura può notare.



Molte volte mi sono cimentato nell'esercizio mentale del provare a descriverla e proprio quando il modello di lei era chiaro nella mia testa lei lo ha puntualmente smentito, mostrandomi altre sue prospettive.



Lei ha bisogno di spazi ampi, di palcoscenici per mostrarsi, di libri da scrivere per esprimersi. Riesco a fatica a comprendere come riesca a stare rinchiusa nella sua attuale situazione di mamma, lavoratrice e casalinga. Ma lei ha così tanta umanità dentro di sé che, con la sua impulsività ed esplosività, il suo essere sanguigna, ha personalizzato il modo di essere mamma, lavoratrice, casalinga.



Non scriverò qui quanto l'amo per queste ragioni perchè con lei ho capito che l'amore non si scrive e non si dice. L'amore lo si può fare, ma così non sempre è amore. L'amore va dimostrato. Ma non con gli strumenti della logica. Anzi quelli con lei devo lasciarli da parte.
L'amore si dimostra con l'amore. Con la considerazione.

Sto diventando forse...

... ricchione?
E' da ieri che ho l'orecchio destro attappato.
Ora anche il peso della mia faccia mi risulta sbagliato.
E soprattutto non so più cosa succede da questa parte di universo.

07 giugno 2006

Considerazioni

Sono un uomo e faccio l'informatico.
Esco di casa la mattina per andare a lavorare e rientro la sera.
Lavo i piatti sia a pranzo sia a cena.

06 giugno 2006

King Crimson

I King Crimson sono per me quello che Frank Zappa è per Mucco Pazzo: la fonte primaria di emozioni sonore. Stimoli ed energia.
Dal '69 ad oggi hanno continuato a inventare la ruota della musica.
Sono ricordati dai più per il loro primo capolavoro, il disco che ha creato il progressive. Chi non si ricorda quel disco con quella faccia dagli occhi sgranati e la bocca spalancata in quella specie di smorfia urlata?

Beh, loro sono andati avanti. Negli anni 70 hanno fuso il jazz al rock, inventando le improvvisazioni rock. Negli anni 80, hanno creato un genere. Sofisticato. Divertente. Leggero. Intelligente. Folle. Geniale. Con Disciplina.
Negli anni novanta hanno aggiunto a tutto questo il metal.
E nel nuovo millennio l'elettronica.

Questo è "Level Five" del 2003.


6-6-6

Oggi è il 6-6-6.

Cosa dobbiamo aspettare?
Che Mastella conceda la grazia a Provenzano?
Che mia figlia inizi a parlare enunciando tutti i numeri della serie di Fibonacci?

La mattina promette bene: la commercialista mi ha comunicato quanto devo pagare di tasse e "l'amico" assicuratore mi ha mandato il conto dell'assicurazione auto: 816.50 eurelli.

Perchè Satana non si manifesta bruciando e portando con se nella profondità degli inferi questi forieri di malasorte?



05 giugno 2006

Mondi lontanissimi

Da pochi mesi trascorro i miei tragitti casa-lavoro-casa su una nuova macchina sulla quale c'è un vecchio stereo a cassetta.
Ho dovuto accatastare tutti i miei CD e ripescare qualche vecchio nastro interessante.
L'altra sera dai miei ho ritrovato una mia vecchia cassetta, di quando mi registravo i vinili su nastro e ne facevo copertine di cui andavo fiero. Allora avevo parecchio tempo a disposizione per procurarmi soddisfazioni.

Franco Battiato. Fa parte della mia cultura. E' dentro il mio dna.
Riascoltare "Giubbe Rosse", il suo primo disco live, mi ha riportato indietro di quindici anni. I miei gusti musicali sono mutuati, evoluti, ampliati.
Mi ero dimenticato di quanto mi piaceva la terza facciata di quel disco, quella con "Sequenze e frequenze", "Aria di rivoluzione" e "No U turn" .
Riascoltando quei pezzi stamattina ho capito quali sono le radici dei suoni e delle atmosfere che ora ricerco nella musica di Robert Fripp. Lo so che sono mondi lontanissimi. Ma io stamattina li ho vissuti entrambi.


No U turn

Per conoscere
me e le mie verità
io ho combattuto
fantasmi di angosce
con perdite di io.

Per distruggere
vecchie realtà
ho galleggiato
su mari di irrazionalità.

Ho dormito per non morire
buttando i miei miti di carta
su cieli di schizofrenia.

Il tempo passa

Quante cose son successe dietro questa ovvietà.
Ho rispolverato dopo un paio d'anni questo blog, a dire il vero  poco usato.  Ho cancellato le cose inutili.
Ho rivangato col pensiere tutte le cose che mi son successe negli ultimi due anni.
Tipo l'aver cambiato casa e città e l'aver visto nascere quella portatrice sorridente di riccioli biondi e di occhioni vispi che è mia figlia.