31 ottobre 2006

Allouin?

Mia figlia avrà nel suo bagaglio culturale anche la festa di Halloween.
E assocerà a questo periodo immagini di zucche, streghe, fantasmi e scheletracci.
E si divertirà sempre come si deve a chiedere "Dolcetto o scherzetto?", esattamente come si vede nei film americani.
E poi dicono che i film americani non fanno cultura!

Io finora ho sempre trovato triste questo periodo dell'anno. Queste festività meste... i santi e i morti, che non ricordo mai quando è l'una e quando l'altra.
Da bambino pensavo che una festa che si passa nei cimiteri, tristi e sottovoce, non si può considerare festa!
E poi la festa di ognissanti, che pensavo fosse un contentino per quelle persone sfigate che durante l'anno non hanno il proprio santo a consentirgli di festeggiare l'onomastico. A me San Marco regalava il 25 aprile, una vera festa che non si va neanche a scuola ma nel calendario non trovavo la santa col nome di mia sorella Milena o peggio che mai col nome di mia madre. No Santa Delsa non c'è.
E per loro ecco venire in soccorso il primo novembre.
Che tristezza. ;-)

Meno male che adesso ci sono le streghe, le zucche e ....
... e non vedo l'ora di vedere il lavoretto che mia figlia sta facendo al nido!!!

QUESTA SI CHE E' UNA FESTA!

25 ottobre 2006

Conseguenze di un bug

Al mio omonimo piacerebbe lavorare nell'informatica.
Anch'io, alla sua età (e anche da prima) sognavo di diventare un programmatore e quando nel '91 ricevetti il mio primo compenso per occuparmi di una rete in un piccolo ufficio mi sentivo fortunato.
Non vi dico poi come mi sentivo fico ed euforico quando iniziai nel 98 la mia carriera di "libero professionista".
Effettivamente in quegli anni la professionalità e la competenza pagavano.

Poi arrivò la catastrofe: il millennium bug.

Il millennium bug non fece fermare nessuna macchina, nessun sistema smise di funzionare ma il terrore messo in moto dai media riversò nel mondo dell'informatica migliaia di inutili ragazzini brufolosi che per il solo fatto di essere capaci di installare windows sul computer di casa vennero messi a lavorare per sconfiggere il temuto bug.

Risultato: mercato del lavoro saturo. Professionalità svenduta.


Tipico colloquio di lavoro del 2000

C=Candidato T=Titolare

T: Buongiorno...
C: Buongiorno! Vi ho fatto aspettare?

T: Oh no, non si preoccupi, solo due ore e un quarto. Ma avevamo dei giornali da leggere ci siamo aggiornati sulla situazione. Ci siamo aggiornati sulla situazione di Tiscali.
C: Oh Tiscali, si li conosco.

T: Davvero!? E cosa ci dice al rigurardo?
C: Beh mi hanno offerto un lavoro, ma sto valutando.

T: Saremmo interessati anche noi. Ci fa sapere le sue competenze?
C: Dunque io sono un esperto del mondo di Internet e del Web. Ho comprato un computer l'anno scorso e ho fatto l'abbonamento a Internet. Ho preso familiarità con la posta elettronica, e so mandare messaggi. Inoltre ho acquisito familiarità con le tecnologie del WWW e quindi so usare il browser Netscape. Questo per cominciare.

T: Interessante, continui
C: Poi mi sono specializzato nelle tecnologie multimediali, e ho imparato il linguaggio di programmazione del Web, l'acca-ti-elle-emme. Sono infatti un programmatore web avanzato. E poi mi sono specializzato nelle tecnologie più avanzate sempre del web.

T: Ovvero?
C: Io sono uno dei pochissimi al mondo a essere in grado di scrivere codice htlm che sono in grado di visualizzare le famose mappe delle città che vedete su Interet. Ha presente il sito della astrovox?

T: Veramente no...
C: Ah ok, beh non si può pretendere che conosciate tutto, però mi sembra che non siate molto addentro al mondo di internet, è un sito famosissimo. Comunque ha in copertina una tecnologia innovativa e rivoluzionaria.

T: Cioè?
C: Cioè viene visualizzata una città virtuale, e cliccando sopra può scegliere le varie parti, ovvero può andare al cinema, nella biblioteca e così via, E con questo accede alle varie sezioni del sito. Questa cosa è realizzata con una tecnologia rivoluzionaria.

T: Che tecnologia?
C: Si chiama ImageMap e io sono uno dei pochissimi che sa utilizzarla. Ovviamente per queste competenze mi faccio pagare bene. Io sono specializzato nella costruzione, appunto, di città virtuali.

T: Il suo profilo (cerchiamo un esperto internet) ci interessa. Le potrebbe interessare una assunzione da noi?
C: Uhmmm si, potrebbe. Però vede ho molte offerte, quindi vorrei ponderare bene. La cifra base dello stipendio è... ?

T: Dieci milioni di lire le possono bastare?
C: Beh quelle me le danno tutti, comunque mi sembrate una ditta interessante. Naturalmente ci vogliono un po' di facilitazioni del mio lavoro, per parcheggiare stamattina non è stato facile e devo fare mezz'ora di auto per arrivare qui.

T: Le possiamo dare l'appartamento per lei nell'edificio accanto.
C: Questo è un punto a favore. E a stock options come siamo messi?

T: La nostra ditta prevede un piano di incentivazione che comprende anche quelle. Le faccio avere per posta elettronica i dettagli.
C: Ehm no, lasci perdere la posta elettronica, se me li mette per iscritto me li leggo più comodamente, e poi il mio commercialista non è molto pratico di Internet.

T: Gli faccio preparare la documentazione dalla segretaria, insieme a una offerta scritta che comprende stipendio e benefit.
C: Perfetto, allora mi studio il materiale e le faccio sapere.

T: la ringrazio.




Colloquio del 2006

C: E' permesso? Posso entrare?
T: Non vorrei sembrarle scortese ma le faccio osservare che è in ritardo di due minuti. Non è un buon inizio.

C: Veramente sono qui da quattro ore, ed ero andato un attimo in bagno quando ha chiamato, l'appuntamento io mi ero segnato che era tre ore fa. Mi scusi tantissimo.
T: Si accomodi e mi parli rapidamente delle sue competenze. La prego di essere breve, ci sono almeno altri sette candidati che aspettano.

C: Dunque io lavoro con il software dal 1980 e con Internet dal 1995. Ho venticinque anni di esperienza con il software e dieci di internet. Conosco i linguaggi di programmazione Java, Perl, C++, C# PHP a livello avanzato, so usare Adobe Photoshop e Macromedia Flash, conosco i sistemi operativi Windows e Linux a livello amministrazione di sistema, conosco i router, sono certificato MCSE, RHCE, Sun Java,
Cisco e Macromedia. Ho sviluppato 25 applicazioni di livello enterprise e ho diretto team a livello di project manager. I dettagli sono nel mio curriculum.
T: Direi una qualificazione professionale abbastanza ordinaria. Niente di speciale.

C: Se lo dice lei...
T: Guardi praticamente tutti quelli che stanno rispondendo all'annuncio hanno queste caratteristiche. E' tutto assolutamente ordinario.


C: Allora speriamo di aver fortuna e che scegliate me...
T: Cosa potrebbe offrirci per farla scegliere?

C: Guardi io lavoro 11 ore al giorno in media, compreso sabato e domenica. Sono preciso e consegno sempre il software di qualità e ben testato, e quando ci sono i rilasci lavoro anche 48 ore di seguito senza dormire.
T: Onestamente mi sembra il minimo, se uno ha cuore per il suo lavoro.

C: Forse ha ragione... posso avere qualche informazione sulle EVENTUALI condizioni economiche?
T: Lei ha la partita iva?

C: No ma la posso prendere.
T: E come ha lavorato finora?

C: Prima di questo avevo un Contratto a Progetto, un CO-CO-PRO lo chiamano così. Poi è finito...
T: E perché non glielo hanno rinnovato?

C: Veramente la ditta è fallita prima che mi finisse.
T: Uhm, potremmo anche fare qualcosa del genere ma preferiamo collaboratori a partita iva che lavorino a un progetto.

C: Va bene mi organizzo al riguardo; quando saprò qualcosa riguardo
alle vostre scelte?
T: Non si preoccupi, abbiamo i suoi recapiti. Le faremo sapere. Arrivederci.



23 ottobre 2006

La Luisona è viva!

Le idee sono come le tette: se non sono abbastanza grandi si possono sempre gonfiare.

Stefano Benni è uno di quei scrittori che ha delle belle tette... ops! belle idee!
E leggere una qualsiasi delle sue idee è un po' come come mangiarsi la Luisona: l'idea ingurgitata ti si ripropone.

Come l'idea delle elezioni politiche dove occorre indovinare chi vince pena il distacco della corrente elettrica o dell'acqua.
Un'idea fantastica! L'ho letta sull'Elianto di Benni ed ora mi si ripropone ad ogni appuntamento elettorale.

Ma anche dopo 30 anni le sue idee ingurgitate tornano a fare capolino ogni volta che ne capita l'occasione. Come l'idea della Luisona.

In questi tempi di debunking e di complottisti come farsi sfuggire l'occasione di annunciare al mondo la verità: la Luisona è ancora viva!

IO L'HO VISTA!

Faceva l'indifferente nel bar vicino l'ufficio. Non si faceva notare. Ma la scorsa settimana, di sfuggita, il mio occhio goloso si era poggiato su quella pastarella tonda, dove il bianco e il nero erano mescolati a formare l'abusato simbolo dello Yin & Yang. Ma il colore di quello che c'era sotto quel trionfo di kitsch faceva trasparire l'età matura di quella signora pasta.
Troppo facile ammettere che quell'immagine mi ricordava qualcosa...

Ma l'illuminazione mi è arrivata oggi, durante la quotidiana visita post-prandiale al bar per il caffè: ad una settimana esatta dall'ultimo incontro lei era ancora lì. Paciosa e orgogliosa in tutto il suo giallore acido.

Ogni dubbio è stato cacciato: la Luisona è ancora viva!

Ed un pensiero è andato ad Api - Labelladdormentata che mi ha dato un'indizio decisivo per il riconoscimento.


Men at work

Le mie giornate lavorative scorrono, o meglio si fanno frascinare con un certo attrito, nella noia più vischiosa.

Una sorta di bolla di inesistenza avariata.

Questo filmato ne testimonia gli effetti.

Però poi non dite che non vi avevo avvertito.

http://www.youtube.com/watch?v=ACWocYi21_8



17 ottobre 2006

Ed è di nuovo giorno

La notte era fredda e senza stelle.
Un fastidioso peso al cuore creava ombre nel già nero buio.
Tu eri lontana. Ed io mi sentivo solo.

D'improvviso annulli le distanze e il tuo corpo mi riscalda.
I tuoi occhi sono la luce che mi consola.
La luce si fa viva.

Ed è di nuovo giorno.



12 ottobre 2006

VROOOM VROOOM

Ieri mattina c'era più traffico del solito sul raccordo.
Più di mezz'ora di fila quando finalmente vedo il groviglio di ambulanze e macchine della polizia.
Finalmente la strada si fa libera, ma faccio in tempo a cogliere il lembo del lenzuolo
bianco a terra, tra i due grossi tir.
Centinaia di persone infastidite dal traffico. Infastidite per quell'incidente.
Una persona sdraiata con ben altri fastidi.

Ma per noi automobilisti la corsa continua ed io raggiungo l'ufficio.

L'aria si fa improvvisamente pesante.
Le facce tese.
Arriva la notizia. Pochi dettagli.
Ha avuto un grave incidente sulla Colombo. La situazione è brutta. È brutta davvero.
L'imbarazzo al telefono trattiene le parole in gola.
L'attesa. La speranza.

Poi leggi la notizia sul giornale. La foto della macchina accartocciata come se ne sono viste tante. Non ci si interroga sulla facilità dell'evento. Si trova subito una scusa: il semafono non era visibile.

VROOOM VROOOM



09 ottobre 2006

Dietrologia di un raffreddore

E poi dice che uno si ammala!

Sì, ho passato un fine settimana da schifo: raffreddatissimo e con la testa che mi scoppiava per gli effetti di una sinusite che oramai ha affiancato l'11/9 come capro espiatorio, come radice di ogni male.

Ma se uno inizia la giornata lottando per più di 20 minuti con la figlia 2enne nel vano tentativo di convincerla a salire in macchina sotto il sole di ottobre (Sì! A Roma il sole picchia pure ad ottobre!) è matematico che poi ti ritrovi a sudare come quel pezzo di parmigiano che son giorni che sta tutto incellofanato fuori dal frigo.
Ma non basta.
Perché poi, quando ti accorgi che le hai provate tutte, con le coccole, con la forza, col dialogo, col gioco, inizi a guardarti intorno nella speranza che passi qualcuno che possa vagamente impressionare la restia pupa e non vedi nessuno (e per forza! Chi cazzo vuoi che passi "casualmente" in mezzo alla campagna?!? Non siamo più a Tor Pignattara!) ti convinci che devi abbassare le penne, risalire a casa con la bimba in braccio e chiedere aiuto alla moglie.
E si sa, nelle scale sempre in ombra c'è l'effetto cantina, quindi fa fresco. Dopo tutto siamo ad ottobre, come non giustificarlo. Ma se all'inizio gradisci quel fresco ristoratore dopo i venti minuti di sole e sudore, già al primo gradino capisci che quei 10 gradi in meno qualche effetto su di te potrebbero farlo. Ma preferisci non far caso al ghiaccio che nel frattempo si è formato sulla schiena.
Riscendi in compagnia della moglie salvatrice ed è un pugno allo stomaco per il mio povero ego vedere che lei ripone l'infante nel seggiolino nel tempo in cui i meccanici Ferrari cambiano i pneumatici alle rosse.
Ma non basta.
Decidi di andare alla posta per ritirare quella raccomandata che da giorni attendeva di essere presa. Perché se prima eri convinto che si trattasse di una multa (quindi non c'è fretta) ora sei convinto che invece è il nuovo bancomat che nel frattempo scopri che è scaduto.
Non fai in tempo a godere della comodità del vivere in un paesello dove l'andare alla posta resta una questione umana sbrigabile in pochi minuti che ti accorgi che la busta che l'impiegato ti da in cambio del cartoncino arancione non è il bancomat agognato. Una missiva dall'Agenzia delle Entrate riguarda pur sempre i tuoi soldi ma non è un bancomat.
Ci metto un po' a capire come stanno le cose. Di solito mi scrivono per dirmi "tutto a posto signor contribuente, per questa volta puoi andare ma non si rilassi", invece stavolta, mescolata tra una selezione di pagine della mia dichiarazione dei reddidi c'era la richiesta di un fantastilione di euro. "Ma tranquillo! Lei ha 30 giorni di tempo!". Un riscatto?
Io ho il naso grosso, parecchi dischi dei King Crimson, un sacco di idee malsane per la testa ma NON HO un fantastilione di euro!
E poi le tasse le ho sempre pagate, qualche volta in ritardo, magari mettendo un'ipoteca sui miei bootleg migliori ma cazzo! Le ho sempre pagate! E poi un fantastilione di euro ...!!!

Decido di rimandare il panico di qualche ora, se non altro devo aspettare di sentire la commercialista. E qui in campagna ci sono i campi concimati ma non il campo del telefono.

Mi ricordo che sono ancora senza bancomat, e visto che ancora non son guarito dall'ottimismo decido di andare alla banca. Un passeggiata al centro di Roma è pur sempre piacevole.
Col piffero! Ma devo pur sempre considerami fortunato che non mi è venuta l'orticaria per lo stress da parcheggio. Dopo tutto me la sono cavata con una ricerca di soli tre quarti d'ora. Assolutamente nella media considerando che ho parcheggiato in doppia fila a tre metri dalla destinazione.
In banca vengo palleggiato più volte tra la vecchia cassiera che vuole farmi da mamma e quella che penso sia la direttrice, la classica giovane donna in carriera tutta tirata, ma all'ultimo passaggio mi ritrovo fuori dall'agenzia con indicibili desideri nei confronti di quest'ultima ma senza il mio bancomat. Mi consigliano di aspettare.

Anche la commercialista mi dice di stare tranquillo e di aspettare. Come si fa ad aspettare di fronte ad un fantastilione di euri da pagare?!?

Io le prendo in parola: alzo bandiera bianca e mi ammalo aspettando che passi 'sto fine settimana di merda!

...


Ora che il fine settimana è passato ed io ho rispolverato questo blog volete sapere le novità?

Aspettate...